Scrivere
bene ( o quasi) di Elisabetta Perini, 2011, 2018, Giunti Editore
S.p.A., Firenze, Italia.
Ho
comprato una copia di Scrivere bene perché scrivo in italiano
ma non sono di madrelingua. Ho tanti dizionari italiani e libri di
grammatica italiana e ero abbastanza contenta di trovarne uno a me
nuovo.
Con
una tazza di caffé e una sigaretta, mi sono seduta per leggere
Scrivere bene, pregustando una bella lettura. Ho sempre amato
le lingue, anche da bambina. Ma quando sono arrivata a pagina 61, ho
visto qualcosa che mi ha fatto quasi cadere dalla sedia. C’era
questo paragrafo:
“Ci
sono infine parole che ci siamo inventati noi [italiani], perché—come
dice Gian Luigi Beccaria (Dove va l’italiano?)—a volte
siamo “più inglesi degli inglesi,” [Perdoni la mia punteggatura
americana.] ed è il caso di election day, parola inglese sì,
che però è sconosciuta tanto in America quanto in Gran Bretagna, .
. .”
Sono
di madrelingua inglese. Ho passato il primo mezzo secolo della mia
vita negli Stati Uniti. Ho sentito la gente che parlava di election
day da quando ero bambina. Dato che gli adulti votano nelle
scuole elementari, le scuole sono chiuse per election day.
Alla televisione e alla radio c’è tanta pubblicità per i saldi
dell’election day. Il telegiornale parla dei risultati
dell’election day. Ci sono ditte che danno tutto l’election
day libero, o un’ora libera, con paga, per permettere ai
dipendenti di votare; in certi luoghi è d’obbligo per legge
chiudere per election day.
Ma
sono pazza? Ho immaginato tutto questo? Ho guardato su internet.
Ho
battuto le parole election day e ho trovato tanti siti dagli
Stati Uniti che parlano di election day. C’erano anche siti
dalla Gran Bretagna. Tutti questi siti sembravano dare per scontato
che tutti avrebbero saputo cosa vuol dire election day.
Almeno, non ho visto una sola spiegazione di cosa vuol dire election
day.
Guardando
su Youtube, ho visto il thumbnail di un telegiornale dagli Stati
Uniti. Diceva che avrebbe parlato della situazione in Italia con il
lockdown. L’ho guardato perché vivo in Italia. Durante questo
telegiornale c’era una discussione sugli effetti possibili del
pandemico covid-19 su questo election day. Le parole election
day erano scritte sullo schermo mentre parlavano. Scometto che la
gente americana che guardava questo telegiornale non era seduta lì a
grattarsi la testa, mormorando “Ma che cavolo è election day?”
Ho
chiesto ai miei amici americani su Facebook se avevano mai sentito le
parole election day. Tutti hanno detto di sì. Diversi amici
hanno detto, “Certo!” come se non credessero che io non avevo mai
sentito queste parole. Uno era abbastanza gentile da spiegare cosa
vuol dire, forse credendo che io non sia di madrelingua inglese se
non conosco queste parole. Un’altro ha detto che posso trovare
informazioni su election day sul sito di Wikipedia.
Questi
amici includono scrittori di successo, direttori di riviste
americane, intelletuali e accademici, professori all’università,
persone con la laurea. In altre parole, persone intelligenti e ben
istruite che si informano regolarmente con giornali e rivisti di
valore che controllano ogni informazione che pubblicano, su molti
aspetti della culture americana.
Ma
come ha potuto citare una cosa che sembra inverosimile senza
controllare niente, soprattutto oggi quando è così facile? E poi,
cosa c’entra questo con l’argomento del libro? Non è un libro di
etimologia e nemmeno della linguistica comparata. E’ solo un libro
di grammatica.
Poi
dice che “a volte siamo ‘più inglesi degli inglesi’.” Ma chi
sarebbero questi inglesi? Evidentemente, Perini non sa che c’è una
differenza fra un inglese e una persona che è di madrelingua
inglese. Non è come la lingua italiana, dove la maggior parte dei
madrelingua sono italiani. L’inglese è parlato come madrelingua,
non soltanto in Inghilterra e gli Stati Uniti, ma nel Canada, in
Nigeria, in Nuova Zealanda, in Australia, e altri paesi.
Ma
è giusto guidicare tutto un libro soltanto per un paragrafo? In
certi case, sì, e secondo me, questo ne sarebbe uno.
Questo
paragrafo dimostra che Perini non sa fare, o è troppo pigra da fare,
una semplice ricerca, nemmeno su internet, e invece crede a una
dichiarazione che sembra palesemente ridicola. Invece include una
cosiddetta “informazione” in un libro dove non c’entra nemmeno
con l’argomento del libro. Perché? Serve solo come pubblicità
gratuita per quest’uomo, per cui non dà nemmeno il titolo. Ha
scritto un libro? Buon per lui! Ma chi è? Dove ha trovato questa
stupidaggine?
Non
mi fido di una scrittrice come questa e mi dispiace che ho sprecato i
miei soldi comprando questo libro. E’ buono soltanto per essere
buttato nella spazzatura.
Sono
persone come Perini che permette a certe persone di sentirsi
giustificate chiamando l’Italia lo zimbello del mondo.
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